I farmaci che hanno dimostrato il loro valore terapeutico non sono stati trovati sperimentandoli sugli animali. Hanno origine vegetale ed erano conosciuti già nell’antichità, quando molto saggiamente non venivano provati sugli animali e si tramandavano le conoscenze.
Noi sappiamo che i fattori nutritivi e ambientali determinano la maggior parte delle malattie e tuttavia non si fa quasi nulla per prevenirle.
Esistono soltanto due vie per affrontare i problemi della salute:
Esistono soltanto due vie per affrontare i problemi della salute:
- o cerchiamo di prevenire le malattie,
- oppure, se la malattia si è manifestata, dobbiamo studiare le persone che si sono ammalate spontaneamente non solo per imparare da quelle persone, ma anche ovviamente, per curarle.
La sperimentazione o la riproduzione artificiale di malattie in laboratorio è il contrario della prevenzione e dello studio clinico e poiché la prevenzione viene accettata da tutti come misura ideale, il suo contrario, è ovviamente, una via che si può solo definire disastrosa ma la prevenzione rende poco dal punto di vista economico.
Ippocrate è considerato il più grande medico dell’antichità, e probabilmente la sua sapienza non è mai stata sorpassata: esistono oggi forti correnti che vorrebbero ritornare ai princìpi ippocratici ed alla “medicina personalizzata”.
Visse tra il quinto e quarto secolo a.C, e gli studiosi concordano, che da lui provengono tutti i migliori insegnamenti antichi sulle epidemie, le febbri, l’epilessia, le fratture, la differenza tra tumori benigni e maligni, la salute in genere, e soprattutto l’importanza dell’igiene e dei valori etici in medicina.
Grande clinico, osservava attentamente il malato e lo aiutava a lasciarsi guarire dalla vis suprema guaritrix: la natura.
Ippocrate credeva nei mezzi semplici e naturali, anziché in mezzi violenti, i quali insieme alla malattia uccidevano sovente anche il malato.
Suo il principio «anzitutto non nuocere».
La filosofia medica d’Ippocrate ci viene descritta così dallo svizzero Henry E. Sigerist, riconosciuto tra i più autorevoli storici della nostra epoca:
«La natura guarisce. Il compito del medico consiste nel rafforzare le capacità risanatrici naturali, di guidarle, e soprattutto di non ostacolarle. Il trattamento più indicato è quello dietetico. Attraverso il cibo, le forze si rigenerano. E così la dietetica ippocratica ha raggiunto un livello che ancora oggi merita la nostra massima ammirazione». (Grosse Aerzte, “Grandi medici”, ed. Lehmann, München, 6aed., 1969, p. 28.)
L’edizione francese della New York Herald Tribune del 20-3-1904, che riportava i pareri di vari medici sulla vivisezione, conteneva la seguente dichiarazione del dott. Salivas di Parigi: «L’immortale Ippocrate non ha mai vivisezionato eppure ha portato la sua arte a un livello dal quale oggi siamo molto lontani, nonostante le presunte grandi scoperte moderne».
Inoltre tutti gli storici attraverso i tempi sono stati concordi nell’attribuire ad Ippocrate uno sviluppatissimo senso etico, inconciliabile con la pratica vivisezionista.
Non per caso il giuramento dei medici porta il nome d’Ippocrate e non quello di Galeno.
Ippocrate credeva nei mezzi semplici e naturali, anziché in mezzi violenti, i quali insieme alla malattia uccidevano sovente anche il malato.
Suo il principio «anzitutto non nuocere».
La filosofia medica d’Ippocrate ci viene descritta così dallo svizzero Henry E. Sigerist, riconosciuto tra i più autorevoli storici della nostra epoca:
«La natura guarisce. Il compito del medico consiste nel rafforzare le capacità risanatrici naturali, di guidarle, e soprattutto di non ostacolarle. Il trattamento più indicato è quello dietetico. Attraverso il cibo, le forze si rigenerano. E così la dietetica ippocratica ha raggiunto un livello che ancora oggi merita la nostra massima ammirazione». (Grosse Aerzte, “Grandi medici”, ed. Lehmann, München, 6aed., 1969, p. 28.)
L’edizione francese della New York Herald Tribune del 20-3-1904, che riportava i pareri di vari medici sulla vivisezione, conteneva la seguente dichiarazione del dott. Salivas di Parigi: «L’immortale Ippocrate non ha mai vivisezionato eppure ha portato la sua arte a un livello dal quale oggi siamo molto lontani, nonostante le presunte grandi scoperte moderne».
Inoltre tutti gli storici attraverso i tempi sono stati concordi nell’attribuire ad Ippocrate uno sviluppatissimo senso etico, inconciliabile con la pratica vivisezionista.
Non per caso il giuramento dei medici porta il nome d’Ippocrate e non quello di Galeno.
Dal libro di Pietro Croce, Vivisezione o scienza una scelta possiamo leggere: “E’ difficile trovare qualcosa di più ingannevole, fuorviante la ricerca biomedica, di quanto lo è stata, e continuata ad esserlo, la vivisezione. Perciò i metodi proposti alla ricerca biomedica sono “metodi scientifici”, non metodi alternativi.”
Tra i metodi di ricerca veramente scientifici abbiamo:
Lo sviluppo di colture in vitro di cellule e tessuti, le rilevazioni microscopiche, le indagini epidemiologiche, le analisi statistiche, le banche dati, i sistemi molecolari, le simulazioni virtuali, i manichini e robot computerizzati, la tecnologia avanzata dei Lab on a chip, le piastra di coltura in 3D
Metodi in vitro: Da quarant’anni all’Università di Genova c’è un laboratorio che non fa ricorso alla sperimentazione su animali. Dicono: “fondamentalmente il metabolismo degli animali è diverso da quello dell’uomo e questa è la base di partenza”
- Nel 2011, presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Roma Tor Vergata è stato inaugurato il CeSiMet, il Centro di Simulazione Medica e Training: una sala operatoria virtuale, un reparto di cardiologia e pneumologia a disposizione degli studenti del Corso di laurea di Medicina in cui vengono simulate tutte le condizioni del paziente.
- In Brasile è stato inventato un cane robot per poterlo utilizzare nella esercitazione della didattica universitaria di veterinaria.
- Esiste INTERNICHE il potente network internazionale di promozione e sviluppo dei metodi sostitutivi nella didattica.
- Un sistema di colture cellulari in 3D a più camere (MCMB o Bioreattore Multi-Compartimentale Modulare) che permette di riprodurre la complessità dell’organismo in vivo e dell’interazione organo-organo
- E’ stata realizzata (da Paul Vulto) una piastra di coltura in 3D su cui è possibile far crescere micro-organi; il rivoluzionario chip permette di testare contemporaneamente 35 composti con lo scopo di studiare l’efficacia e gli effetti collaterali di nuovi farmaci.
Organs on a Chip – 26 Luglio 2012
Organs on a Chip – 26 Luglio 2012
- la farmacogenomica, i simulatori metabolici, la proteomica (che consiste nell’identificazione sistematica di proteine e nella loro caratterizzazione rispetto a struttura, funzione, attività, quantità e interazioni molecolari),
- la tossicogenomica ecc. stanno facendo capire che test veramente scientifici ed incruenti sono già praticati e praticabili.
Infatti da più di un decennio si è sviluppata, sulla base dei principi della biologia moderna, una tossicologia scientifica di cui fa parte la tossicogenomica, una tecnologia che permettere di fare ricerche veloci, affidabili ed economiche. Portata avanti anche da Claude Reiss, famoso tossicologo molecolare (che è stato per 30 anni direttore di ricerca in biologia molecolare al Consiglio nazionale per la ricerca francese (Cnrs) ed è fondatore di Antidote Europe (http://antidote-europe.org/), associazione costituita prevalentemente da medici e ricercatori (come André Menache, oggi Direttore Scientifico di Antidote Europe) che si battono per una ricerca biomedica scientificamente responsabile e sicura.
Il metodo di ricerca tossicogenomica consente di osservare il modo in cui una determinata sostanza chimica altera la funzione dei geni all’interno di una cellula.
Applicando questo metodo a delle colture di cellule umane si ottiene la lista completa delle aggressioni biologiche provocate dal prodotto in esame, le modifiche a lungo termine della cellula ed in particolare il danno potenziale all’intero organismo umano.
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