Benvenuti

AMIAMO NOI STESSI I NOSTRI CARI E GLI ANIMALI , non possiamo accettare che per salvare uno solo di noi si debba fare attraverso la morte degli altri , non soffriamo del morboso egoismo MEGLIO LORO CHE IO !

Tutte le evidenze e le nostre attuali conoscenze scientifiche dimostrano che la vivisezione è inutile e fuorviante per la ricerca umana, così come documentato da importanti ricercatori, medici, scienziati, e veterinari, e come testimoniano purtroppo i gravi danni e le catastrofi farmaceutiche che si sono verificate per aver estrapolato all'uomo i dati osservati su di una specie animale diversa.

La realtà è che la sperimentazione animale offre alle case farmaceutiche la possibilità di difendersi in caso di danni alla salute causati dai loro prodotti, poiché possono sostenere di aver eseguito i dovuti esperimenti sugli animali.

Si considerino tutti i farmaci che avrebbero potuto verificarsi utili per la cura umana mentre invece non sono arrivati alla sperimentazione clinica (su campioni umani) perché sono stati scartati precedentemente dato che sugli animali risultavano nocivi.
Tutto questo è INACCETTABILE.

Le informazioni contenute in questo blog sono per scopi educativi e di intrattenimento. Non vi è alcuna intenzione, espressa o implicita, a promuovere attività illegali. Non ci assumiamo alcuna responsabilità per le azioni potenziali di terze parti. Tutti i dati qui raccolti sono stati raccolti da, ed sono disponibili attraverso, indipendenti fonti pubbliche.

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venerdì 14 settembre 2018

La vivisezione degli animali in Italia è sempre più diffusa

La vivisezione nel nostro paese è sempre più praticata. Lo certifica un rilevamento della Lav, la Lega anti vivisezione, sulle pratiche in uso in Italia nel 2016.

nonostante i metodi alternativi siano indicati come prioritari sia per legge che nel contesto scientifico e normativo europeo.Il numero delle cavie utilizzate e uccise ogni anno nel nostro paese, per esempio, non solo non diminuisce, come ci si dovrebbe aspettare, ma addirittura aumenta, passando da 586.699 nel 2015 ai 611.707 sacrificati nel 2016. Le statistiche – sottolinea la Lav – riguardano il numero di animali usati per fini sperimentali nel 2016.La vivisezione in Italia aumenta, ma è ancora sottostimata

Secondo i dati riferiti dalla Lega anti vivisezione è in aumento il ricorso a conigli, cavalli, capre, topi, ratti, polli e pesci, ma anche l’uso dei macachi che arrivano a 454, contro i 224 uccisi nel 2015. Nel 2016, poi, sono stati 4.610 gli animali riutilizzati, procedura che prevede che una cavia sia sottoposta a un esperimento e ne subisca anche un secondo, e 2.173 i topi allevati per il solo mantenimento di colonie di animali geneticamente modificati. Si tratta di un sistema in cui si inseriscono, nel dna dell’animale, geni o tratti genici che portano l’informazione legata alla malattia umana, dove metà degli embrioni muore durante il periodo della gestazione, o viene soppresso perché nasce privo della modifica genetica richiesta. Il tutto in un paese, come l’Italia, in cui si fa divieto di procedure didattiche sugli animali, prevedendo soltanto deroghe per l’alta formazione universitaria.


L’associazione avverte nel suo comunicato che le cifre riportate, di per sé già impressionanti, sono fortemente sottostimate perché non tengono conto di molte categorie come gli animali vivisezionati già morti, gli invertebrati o le forme di vita non completamente sviluppate, in un calvario al termine del quale arriva la morte. Impressionante, inoltre, che 280.322 animali vengano sottoposti a procedure con categorie di dolore moderato o grave.Gli animalisti, e non solo, portano avanti la denunciaI dati decisamente allarmanti si inseriscono in un contesto che, a livello europeo, sta cercando di porre un limite alla pratica aberrante della vivisezione. “Dobbiamo superare l’obsoleto vincolo del ricorso al modello animale, dando all’Italia lo slancio verso la ricerca del futuro, per motivazioni etiche e scientifiche, e rivolgendoci a una ricerca utile ed affidabile”, dice Michela Kuan, biologa, responsabile Lav. “La ricerca senza animali è possibile. In Europa si chiede una scienza diversa che identifichi i metodi alternativi come prioritari con l’unico e chiaro obiettivo di una ricerca che non faccia del male agli animali”. I principi contenuti in diverse normative sono stati ribaditi anche recentemente dall’Ema, l’Agenzia europea del farmaco. Ma, per il momento, non si intravedono i risultati.


Pubblicato il 20 MAR 2018:
 da,
BRUNELLA PACIELLO_su_LIFEGATE

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